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Modena

Modena città su canali

“Città fondata sopra molti canali”: così il grande storico Girolamo Tiraboschi definì Modena sul finire del Settecento.

La storia urbana di Modena è quella di una città d’acque, percorsa da canali via via coperti nei secoli, ma tuttora presenti nel sottosuolo, la cui memoria “in superficie” rimane nella toponomastica stradale.

Quella dei canali è una realtà nascosta alla vista, più che scomparsa. Il ricordo degli antichi canali è presente nelle denominazioni delle strade: via Canalino, corso Canalgrande, corso Canalchiaro… e poi via Modonella e via Cerca, dagli omonimi canali; tramandano ancora la memoria delle acque la via Fonteraso e la via Fonte d’Abisso; nella periferia a nord della città, la via del Naviglio e la via Attiraglio (dal sistema di traino – l’attiraglio – delle imbarcazioni dalla riva mediante animali da tiro, durante la navigazione di risalita controcorrente).

Nella città, lungo i canali derivati dai fiumi Secchia e Panaro o dalle risorgive, fontanili nella zona a sud dell’abitato, sorgevano opifici e botteghe artigiane che sfruttavano le acque per le loro attività produttive.

Uno dei luoghi più suggestivi per un ideale itinerario nella Modena dei canali può essere il monastero benedettino di San Pietro, per ricordare che era questa l’area in cui il canale di San Pietro, derivato circa dieci secoli fa dal fiume Panaro all’altezza di Vignola, sottopassava le mura ed entrava in città; seguirà, poi, il corso d’acqua percorrendo corso Canalgrande sino a giungere alle fosse attorno il medievale Castello Estense, dal 1634 inglobato nel grandioso Palazzo Ducale.

Sotto il Palazzo, nella cosiddetta “Casa delle Acque” confluivano, e confluiscono anche ora, i canali che attraversano il sottosuolo della città. Un tempo le loro acque riemergevano poche centinaia di metri più a nord del Palazzo Ducale, nell’odierno corso Vittorio Emanuele II, confluendo nella seicentesca Darsena del canale del Naviglio, approdo per le imbarcazioni entro le mura della città. Dalla  Darsena (interrata nel 1859), il Naviglio, ricco delle acque dei canali urbani, usciva dalla città e procedeva in un percorso navigabile che giungeva al mare Adriatico: il canale del Naviglio attraversava il territorio di Bastiglia e all’altezza di Bomporto, tramite un sistema di saracinesche, si collegava con il fiume Panaro; la via d’acqua proseguiva per Finale – il porto fluviale del Ducato -, Bondeno,  Stellata confluendo nel Po, e da qui portava al mare Adriatico, al Ferrarese, a Venezia: un percorso d’acqua importantissimo per i trasporti, l’economia e la cultura di Modena e dell’antico ducato.

Sino ai primi del Novecento, nella zona a settentrione della città, al di là delle linee ferroviarie, presso il Naviglio esistevano ancora un imbarcadero, magazzini per le merci e la “Salina”, il deposito del sale che per tanti secoli era giunto a Modena dall’Adriatico tramite la via dell’acqua.

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Modena (MO)
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data di creazione: lunedì 27 ottobre 2014
data di modifica: lunedì 1 dicembre 2014