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Nonantola

È nota in tutto il mondo per il monastero benedettino fondato nel 752 dall'Abate Anselmo. Il suo glorioso passato medioevale rivive oggi nell'antico borgo dominato dall'Abbazia di San Silvestro e nella Partecipanza Agraria.

Le prime testimonianze di insediamenti nel territorio di Nonantola sono relative all'età del bronzo ( sec. XVI - XIII a.C. ), quando fiorì nella frazione di Redù la cosiddetta civiltà delle terramare: proprio in questa località interessanti rinvenimenti hanno permesso di ricostruire la struttura e la vita dei villaggi. Gran parte dei reperti provenienti dalla terramara di Redù si trova esposta al Museo Archeologico di Modena.

Il toponimo "Nonantola" deriva dalla centuriazione romana, e cioè dal sistema di suddivisione dei terreni in centurie, gli appezzamenti agricoli che Roma distribuiva ai veterani dell'esercito; nel caso di Nonantola, le centurie in cui fu suddiviso il suo territorio furono novanta. Dopo le bonifiche apportate dai coloni romani, con la crisi e la decadenza dell'Impero subentrò l'abbandono di queste terre, divenute paludose e ricoperte da boscaglie.

Nel 752 Sant'Anselmo, duca del Friuli, ricevette questi luoghi in donazione dal cognato Astolfo re dei Longobardi, fondando un'Abbazia benedettina che costituiva un baluardo sul confine fra i territori dell'Esarcato bizantino, verso l'odierna Bologna, e i possedimenti longobardi, e che avrebbe determinato la rinascita delle campagne circostanti.
Da allora, la vicenda dell'abitato si è pressoché identificata in quella della sua Abbazia.

Oltre che centro religioso, di potere e di cultura fra i più importanti nell'Europa medievale, con apice nei secoli immediatamente dopo il Mille, Nonantola con la sua Abbazia costituì una tappa fondamentale dell'antica viabilità: nel territorio modenese, la via Romea Nonantolana era cardine stradale dei percorsi dei pellegrini fra Italia Settentrionale e Centrale. Dipendente direttamente dal papato e svincolata dal potere vescovile, l'Abbazia raggiunse una straordinaria ricchezza che si riflettè anche sugli abitanti. Nel 1058 l'abate Gottescalco istituì la "partecipanza", forma di contratto pattuito fra la comunità nonantolana e l'Abbazia di grande interesse giuridico: i capifamiglia ricevevano in enfiteusi, ossia in concessione perpetua, le terre circostanti a fronte dell'impegno di costruire un tratto delle mura difensive. 

Nonantola godette della protezione di Matilde di Canossa, che inserì il cenobio nell'ambito della riforma benedettina che si irradiava dall'Abbazia di Cluny.

Nel XIII secolo, con le lotte fra Comuni, crebbero le fortificazioni attorno al nucleo abitato, con la Torre dei Modenesi e la Torre dei Bolognesi.

Sulla metà del Quattrocento cominciò la decadenza dell'Abbazia, dovuta alla creazione degli Abati Commendatari, e cioè non residenti in loco; passò quindi ai Cistercensi, completamente esautorata dell'antico potere. Nel 1783 il cenobio venne soppresso e l'abbazia venne secolarizzata.

Scheda informativa

Scheda informativa
Città/Località
Nonantola (MO)
C.A.P.
41015
Url / sito

Itinerario

Località

Abitanti
15.179 (fonte: Censimento 2011)
Altitudine
Da 21 a 35 metri s.l.m.
Capoluogo 24 metri s.l.m.
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: lunedì 24 novembre 2008
data di modifica: lunedì 17 settembre 2018