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Bombardamenti

Con l’avvicinarsi del fronte di guerra a Modena, nell’inverno del 1943-44, la vita degli abitanti fu drammaticamente complicata dal pericolo dei bombardamenti alleati, estesi anche ai punti strategici in provincia.

La città subì quattro gravi bombardamenti (febbraio, maggio e giugno 1944, aprile 1945) oltre a numerosi altri attacchi con consistenti perdite umane - circa 370 vittime - e materiali. Furono colpite la stazione ferroviaria e molte fabbriche, ma per errore anche il centro storico e numerose abitazioni. Il Comune di Modena dovette decentrare i suoi uffici, soprattutto quelli aperti al pubblico, mentre gli archivi e i musei civici furono trasferiti in ricoveri ad Albareto e a Cittanova.

I bombardamenti, la scarsità di viveri, le difficoltà nel reperimento delle materie prime e nel trasporto dei prodotti finirono col paralizzare le industrie della città. I costi umani e l’entità dei danni provocati al patrimonio civile, artistico e produttivo hanno segnato indelebilmente la memoria della collettività, oltre ad alterare il volto stesso della città.
A Modena restano ancora oggi tracce visibili dei danni causati dal bombardamento del 13 maggio 1944, che per errore degli Alleati colpì il nucleo storico della città e solo marginalmente lo scalo ferroviario, individuato come obiettivo.

Palazzo Santa Chiara, all’angolo tra Rua Muro e via degli Adelardi, allora sede della Scuola allievi ufficiali della GNR, è stata restaurata lasciando in evidenza i segni delle bombe.

In  piazzale Torti, sul muro di Palazzo Forni-Cervaroli in angolo con via Selmi si legge ancora - come in altri luoghi della città - una scritta nera che indica un rifugio. Già alla fine del 1941 a Modena erano stati costruiti 35 rifugi, che potevano accogliere fino a seimila persone; altri vennero realizzati negli anni successivi, insieme a decine di trincee antisoffio.

Percorrendo via Selmi fino a piazza dei Servi è possibile scoprire che qui esisteva la chiesa di San Salvatore, risalente al 1214. Essa fu completamente distrutta dallo stesso bombardamento di maggio 1944; si salvò solo il campanile, ancora oggi visibile, mentre il perimetro dell’edificio scomparso è segnato sulla pavimentazione della piazza con ciottoli di colore scuro.

Infine, giungendo in piazza Grande, sul lato del Duomo all’angolo con Calle dei Campionesi, è ancora visibile sopra la Porta dei Principi il segno della bomba che lo colpì, fortunatamente senza esplodere.

Il Museo del Combattente di via Sigonio completa il tema dei bombardamenti con una sezione fotografica e con un approfondimento sul tema della pericolosità degli ordigni inesplosi e abbandonati, che non di rado anche nel dopoguerra continuarono a provocare morti e feriti. Attraverso materiali esplosivi e manifesti d’epoca che informavano delle tipologie di ordigni ritrovabili soprattutto in campagna, il museo evoca un aspetto non secondario della vita dei civili nel periodo bellico e postbellico.

I bombardamenti a Formigine

Circa 15 km a sud di Modena, il Museo-Centro di documentazione del Castello di Formigine descrive con un racconto multimediale la storia della comunità formiginese attraverso la vita nel castello nelle varie epoche. Il racconto comprende anche una specifica parte dedicata ai bombardamenti aerei che colpirono il paese tra il 14 e il 20 aprile 1945 e che danneggiarono pesantemente il castello. A causa dello scoppio di una bomba, crollò la volta del sotterraneo della torre dell’orologio, adibito a rifugio antiaereo: venti persone rimasero uccise sotto le macerie, tra cui i proprietari. Si salvò miracolosamente solo la figlia di pochi mesi.

Tappe

  1. Chiostro Palazzo Santa Chiara - Modena
  2. Piazzale Torti - Modena
  3. Chiesa di San Salvatore - Modena
  4. Duomo di Modena - Modena
  5. Museo del Combattente - Modena
  6. Museo e Centro di Documentazione del Castello - Formigine
Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 12 agosto 2014
data di modifica: lunedì 18 agosto 2014