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Modena

Modena capitale estense

Nel 1598, Cesare d'Este elesse Modena a nuova capitale, devoluta Ferrara allo Stato della Chiesa. Sarà con il nipote Francesco I, regnante dal 1629 al 1658, che Modena diverrà una moderna e prestigiosa capitale europea.

Nel 1598, Cesare d'Este elesse Modena a nuova capitale, devoluta Ferrara allo Stato della Chiesa. Ferrara con il suo territorio, infatti, era feudo pontificio, e il papa poté reclamarla poiché era mancato l'erede diretto della casa estense, appartenendo Cesare a un ramo collaterale; a lui rimasero i soli feudi imperiali di Modena e Reggio.

Se Cesare si limita ad adattare il medievale Castello estense alle esigenze di una corte, il nipote Francesco I, regnante dal 1629 al 1658, con moderna concezione distribuisce le funzioni già concentrate nel Castello in altri complessi edilizi. Trasferite le funzioni militari nella nuova Cittadella, nel 1634 intraprende la costruzione del sontuoso Palazzo Ducale che ingloberà il Castello, con un cantiere che si protrarrà per secoli; vi allestirà raccolte d'arte, la Galleria Estense, fra le più splendide e rinomate d'Europa. Attorno al Palazzo, ore sede dell'Accademia Militare, si crea un "quartiere ducale", con i Giardini ducali ridisegnati e la Palazzina, eretta attorno al 1632-34, scenografico fondale prospettico dell'aristocratico corso Canalgrande ove si affacciano le Scuderie ducali.

Chiesa "palatina" è la vicina San Matteo dei Domenicani, ricostruita dal 1708 come San Domenico; poco lontano sorge attorno al 1650 la chiesa di San Giorgio, esempio di "classicismo scenografico" con soluzioni ispirate alla cultura teatrale.

Intanto, sotto l'impulso della Controriforma, si rinnovano gli antichi ordini religiosi o se ne fondano di nuovi, con riflessi in campo edilizio e artistico ben visibili anche a Modena. Agli inizi del Seicento, col sostegno ducale e della corte si aprono i cantieri di San Bartolomeo dei Gesuiti e di San Vincenzo dei Teatini; attorno alla metà del secolo si ristrutturano in forme barocche Santa Maria del Carmine (poi San Biagio) dei Carmelitani e San Paolo delle Agostiniane, si ricostruiscono la chiesa delle monache di Sant'Eufemia e San Barnaba dei Minimi di San Francesco di Paola e si fonda nel 1672 il monastero delle Salesiane con la chiesa della Visitazione. Dal 1664, per volere di Laura Martinozzi, la duchessa vedova di Alfonso III figlio di Francesco I, la chiesa di Sant'Agostino degli Agostiniani diviene una sorta di "teatro sacro" per i funerali estensi. Nel frattempo, dal 1634 la Comunità aveva innalzato la chiesa del Voto, appunto ex voto alla Madonna per la cessazione della peste. Nel 1662 è fondato il complesso del Collegio di San Carlo per l'istruzione dei giovani aristocratici, con annessa la chiesa di San Carlo. Fra le dimore della nobiltà, spiccano il Palazzo Molza e il Palazzo Lorenzotti Rango d'Aragona

Nel primo Settecento prosegue l'impulso nell'edilizia sacra, con le chiese erette ex novo di San Domenico dei Domenicani e di San Michele, poi San Giovanni Decollato. L'antica Santa Maria Pomposa sarà ristrutturata dal suo parroco, il celebre Ludovico Antonio Muratori, conservatore dell'Archivio e bibliotecario ducale, di cui si conservano memorie nell'adiacente Aedes Muratoriana.

Cessate le Guerre di Successione con la Pace di Aquisgrana del 1748, Modena vive la sua stagione di capitale "illuminata". Francesco III, benché residente a Milano e a Varese quale Luogotenente di Lombardia per conto di Maria Teresa d'Austria, rilancia Modena a livello europeo: sotto l'influsso del riformismo illuministico, vara una serie di provvedimenti che vedono sorgere l'Ospedale Civile e il Grande Albergo dei Poveri, attuale Palazzo dei Musei. Altre strutture sono dedicate all'istruzione: s'apre al pubblico la Biblioteca Estense nel Palazzo Ducale, s'impianta l'Orto Botanico, si costruisce il Teatro Anatomico e si completa la sede dell'Università. Il successore Ercole III istituirà nel 1790 l'Accademia Atestina (estense) di Belle Arti.

Intanto, dal 1760 al '70 la via Emilia era stata rettificata, riedificandone le facciate e abbattendo interi isolati malsani; mentre le residenze aristocratiche come i Palazzi Levizzani, Frosini, Rangoni  Solmi, Sabbatini, Cesi si riqualificano nelle eleganti linee del rococò.

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Modena (MO)
C.A.P.
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data di creazione: mercoledì 7 maggio 2014
data di modifica: giovedì 19 giugno 2014