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Frassinoro, Montefiorino, Palagano

Via Bibulca

È un antico tracciato romano percorribile da due buoi affiancati e quindi da carri; iniziava dalla confluenza dei torrenti Dolo e Dragone e conduceva dalla valle del Secchia al Passo delle Radici. Nel Medioevo divenne uno dei tracciati principali per il passaggio dall’Emilia alla Toscana. Ancor oggi se ne possono percorrere nei comuni di Montefiorino e di Frassinoro.

La storia della Via Bibulca è legata alle innumerevoli vicende che dall'antichità interessarono la media valle del Secchia, il territorio, cioè, che costituisce il sistema vallivo e fluviale Secchia-Dolo-Dragone. Già i Romani realizzarono in questa zona un'importante rete viaria per accerchiare i Friniati, una tribù facente parte della popolazione dei Liguri, che si era insediata sul territorio. La successiva colonizzazione romana favorì lo sviluppo del commercio con la realizzazione di una serie di sentieri, tra i quali in particolare, una direttrice in seguito indicata come Via Bibulca, che collegava l'area padana all'Italia Centrale attraverso l'Appennino. Come si deduce dalla denominazione, era percorribile da due buoi affiancati e quindi da carri.

La via acquisì importanza nella prima metà dell'VIII secolo coi Longobardi che aprirono il valico del Passo delle Radici per poter collegare la montagna modenese, strappata ai Bizantini, coi loro possedimenti della Garfagnana.

Il periodo di massimo sviluppo della Via Bibulca fu sul finire dell'XI secolo, a partire dalla fondazione dell'Abbazia benedettina di Frassinoro (1071) a opera di Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa.

L'importanza della Via Bibulca crebbe poi ulteriormente con la costruzione degli ospizi di San Geminiano (del quale oggi non rimane nulla) e di San Pellegrino in Alpe, eretti per assicurare il ristoro dei pellegrini e dei viandanti lungo il percorso.

Infatti, uno degli itinerari di pellegrinaggio più importanti del Medioevo europeo aveva come meta Roma, sede del papato, con le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e dei martiri e con la reliquia della Veronica; tappa intermedia era Lucca, dove, nel Duomo di San Martino, si venera il Santo Volto.

Postazioni della Bibulca in quest'area territoriale erano la pieve di Santa Maria Assunta di Rubbiano, datata di ospitale per i pellegrini, e nelle vicinanze Vitriola, con la chiesa di Sant'Andrea (entrambe nell'attuale comune di Montefiorino), l'abbazia di Frassinoro, l'ospitale di San Pellegrino in Alpe.

Nei secoli che seguirono la Via Bibulca mantenne la sua importanza. Nel Settecento, il duca Francesco III d'Este eseguì diverse opere riguardanti la viabilità transappenninica, tra cui la realizzazione della via Vandelli. A questa via vengono attribuiti diversi percorsi, uno dei quali ricalcava il tratto sommitale della Via Bibulca. Con la successiva realizzazione della via Giardini, sul finire del XVIII secolo, la Via Bibulca fu abbandonata.

Di questa antica via medioevale resta un tratto che da Frassinoro (mt. 1.131) raggiunge San Pellegrino in Alpe (mt 1.529) passando per Pietravolta e San Geminiano. Complessivamente sono 17 chilometri che si percorrono in un tempo stimato di 5 ore.

Scheda informativa

Scheda informativa
Città/Località
Frassinoro (MO)
Indirizzo
Via Bibulca
C.A.P.
41044
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: martedì 26 agosto 2008
data di modifica: mercoledì 3 dicembre 2014